Gregory “Pappy” Boyington


Introduzione

Gregory Pappy

Gregory “Pappy” Boyington, un pilota eccezionale, uno degli eroi più popolari negli Stati Uniti all’epoca della Seconda guerra mondiale.
Tuttavia, lo stereotipo classico di combattente concepito dall’immaginario popolare, vale a dire l’uomo integerrimo sempre ligio ai regolamenti e al sacrificio per una giusta causa.

Un Antieroe

Boyington non fu niente di tutto questo; semmai si poteva definirlo un vero antieroe.
Quando gli Stati Uniti entrarono in guerra contro il Giappone, Boyington fu assegnato alla base dei USMC nelle isole Salomone nel Pacifico; dove partecipò alle battaglie nei settori di Bougainville, Nuova Bretagna e Nuova Irlanda.
Le sue memorie sono condensate nel libro diario “Baa Baa Black Sheep” tradotto e pubblicato anche in Italia nel 1957 dalla Longanesi con il titolo “L’asso della bottiglia”.
Un vero best-seller, nel quale l’autore descrisse con grande schiettezza le sue esperienze acquisite al fronte, in prigionia e nella vita civile, offrendo ai lettori un’opera esplicitamente dissacrante verso gli eroi.

Alla fine, dopo essere stato istruttore di volo di prima qualità, comandante della leggendaria squadriglia “The Black Sheep” (Le pecore nere) operante nel Sud Pacifico, dopo 26 velivoli abbattuti in volo, insignito della “Navy Cross” e della “Medal of Honor” del Congresso degli Stati Uniti, si conquistò meritatamente, ma contro la sua volontà, lo status d’eroe nazionale da quell’ambiente militare che aveva sempre voluto biasimare.

L’inizio e la carriera militare

Gregory Boyington nacque a Coeur d’Alene (Idaho-USA) il 4 dicembre 1912.

Nel 1934 ebbe i primi approcci nella riserva dell’esercito come tenente presso Fort Worden, Washington. Appena laureatosi incontrò la prima moglie Helene e dopo dieci mesi nacque il primo figlio Clark. Fu inoltre consulente alla Boeing Aircraft Company di Seattle per un breve periodo.

Il 13 giugno 1935 si arruolò volontario nella riserva dell’U.S. Marine Corps e a febbraio dell’anno seguente fu inviato presso la scuola per la formazione di piloti della Marina a Pensacola, in Florida, dove iniziò a volare con gli obsoleti idrovolanti NY-2. Si fregiò del distintivo di pilota navale a marzo del 1937 quando fu trasferito presso la base di Quantico in Virginia e dopo pochi mesi entrò a far parte del regolare corpo dei Marines.

A luglio del 1938 fu inviato per dieci mesi alla scuola di volo basico a Philadelphia dove fece esperienza sul Grumman F3F, l’ultimo veloce biplano utilizzato dalle forze aeree degli Stati Uniti, dotato di un potente motore Wright-Cyclone da 950 HP. Passò dopo la fine del corso, alla base navale di Miramar a S. Diego in California al VMF-2, dove acquisì una successiva conoscenza delle tecniche operative in uso sulle portaerei (USS “Lexington” e USS “Yorktown”).

Nel 1940 ritornò come istruttore pilota a Pensacola, e questa volta con un ricco bagaglio di esperienze.
Il 26 agosto del 1941 diede le dimissioni dall’U.S. Marine Corps e si arruolò all’American Volunteer Group (AVG). Questa piccola unità di volontari americani, pagati abbastanza bene, 600 dollari al mese i piloti e 675 i leader di squadriglia, fu conosciuta in seguito, principalmente, per la famosa squadriglia delle “Flying Tigers” (Tigri volanti) che guidate da Boyington si resero protagonisti nelle più accese battaglie aeree nei cieli asiatici. I velivoli utilizzati dai piloti dell’AVG furono i leggendari Curtiss P-40 “Tomahawk” dotati di un motore Allison da 1150 Hp, raffreddato a liquido, con serbatoi autosigillanti e buona corazzatura, adattati per il combattimento a bassa quota, diventati popolari per i denti di squalo, dipinti a colori vivaci sotto il cofano del motore (in realtà, tale insegna, fu copiata dai caccia delle RAF operanti in Africa settentrionale).

Il piccolo distaccamento composto di ventisette uomini fu suddiviso in tre gruppi di nove, assegnati ciascuno a una delle tre squadriglie. Finalmente, nella prima settimana di dicembre 1941 gli aerei furono pronti e Boyington iniziò a volare con l’1st Squadron denominato “Adam and Eve”, gli altri due erano il 2nd “Panda Bears” e il 3rd “Hell’s Angels“.
La consistenza del gruppo era costituita da circa cento P-40, ed era tutto quel che l’AVG riuscì ad avere a disposizione. Boyington, fino allora non aveva mai volato con aerei dotati di motore raffreddato a liquido e sapeva ben poco della loro manovrabilità. Sperimentò subito la facilità con la quale il P-40 poteva entrare in vite a causa della pesante corazzatura e se non ci si fosse trovati ad una quota sufficiente, sarebbe stato improbabile al pilota uscire fuori da una così pericolosa situazione.
Tuttavia, durante la permanenza in Birmania, Boyington ebbe l’opportunità di dimostrare ai superiori il coraggio e l’abilità nonostante la sua manifesta avversione alla disciplina, tanto da compensare le inadeguatezze logistiche di quel gruppo sparuto di volontari (mancavano i pezzi di ricambio degli aerei).

Dopo aver volato per 300 ore nell’AVG che fu sciolto il 4 luglio del 1942, Boyington chiese il reinserimento all’U.S. Marine Corps. Purtroppo, dovette attendere quattro mesi che trascorse adattandosi a lavori piuttosto umili, improvvisandosi addirittura parcheggiatore nelle strade di New York.

Dopo tale intervallo, grazie al suo brillante curriculum trascorso in Birmania, di cui l’eco si era già diffuso fra i superiori, rientrò nei Marines con il grado di tenente. Dapprincipio fu trasferito dalla base di Miramar S. Diego in California all’isola di Espiritu Santu nelle Nuove Ebridi.

The Black Sheep

Assegnato prima al VMF 121 del 1st Marine Aircraft Wing e successivamente al comando dello storico VMF-214, nominato in suo onore “Boyington’s Bastards”, cambiato in seguito in “The Black Sheeps” (Le Pecore Nere) titolo questo più accettabile dalla stampa propagandistica che in quegli anni imperversava in tutti gli States. Boyington, incontrò qui un altro superiore odioso citato come il “Col. Lard” (Joe Smoak) il quale esigeva il rispetto assoluto dei regolamenti da parte di tutto il gruppo e in particolare del suo comandante. Pertanto, l’inflessibile superiore, in attesa di un più responsabile Boyington, ravveduto dalla resistente posizione di contestazione e dall’irrefrenabile abitudine all’alcol, lo escludeva dai voli, lasciandolo a terra con incarichi d’ufficio, vale a dire dietro una scrivania; una vera punizione per l’asso americano.
Boyington, comunque, a Espiritu Santu, iniziò a scegliere e a far confluire presso la base tutti piloti provenienti dalle altre armi che avevamo avuto a che fare con la disciplina ed erano insofferenti verso i superiori, in pratica, tutti gli scarti. D’altro canto, questo branco d’insubordinati, che erano poi lo specchio del suo carattere difficile e irriguardoso delle regole, si mostrarono felici di essere comandati da un superiore che li avrebbe accettati e compresi.

Alla base, Boyington, fu soprannominato con familiarità “Pappy” poiché già trentunenne veniva considerato dagli altri appena ventenni, alquanto anziano.
Ad agosto del 1944, era già riuscito a formare, dopo un addestramento senz’altro “
sui generis” senza molte restrizioni, un gruppo di piloti, insubordinati al massimo, ma tecnicamente padroni dei caccia F 4U-3 “Corsair” instaurando altresì un rapporto umano, tanto da infondere alla squadriglia una superdose di entusiasmo da compensare la fatica e i disagi logistici.

Al comando delle “Pecore nere”, con il suo “Corsair” , Boyington abbatté in 32 giorni 14 caccia nipponici nelle basi situate a Russel e Bougainville.
Nelle prime settimane, il coraggio manifestato da tutti i piloti delle
“Pecore nere” e in primo luogo del loro particolare comandante, suscitò un esito affermativo sui vertici militari che, conseguentemente, furono da quel momento in poi, relativamente più disponibili ad accettare le molte smoderatezze di quel nugolo di piloti.

Tratto dalla Biografia di Alessandro Rao